Menu

Silvia Mira

Show Thumbnails Prev / Next

1 / / 0

LA STAMPA 18/12/2009 LUCA BEATRICE. Si avvia alla fine l'anno del cen­tenario futurista e con lui le infinite celebrazioni che hanno tra­versato la penisola Tra grandi mostre e piccoli eventi ogni cit­tà ha dato lustro ai propri tesori marinettiani, anche se Torino è rimasta un po' al margine della festa (peccato, un'occasione pubblica di mostrare la vivacità del nostro Secondo Futurismo, da Filla a Djulgheroff passando per Rosso e l'architettura di Sartoris sarebbe stata saluta­ta con entusiasmo). A colmare il vuoto «ufficia­le» ci banno pensato gustose in­ziative come questa nuova «Fu­turismi Futuristi» in scena al Parco della Certosa di Collegno dal 18 dicembre al 2 febbraio 2010. Una mostra, curata da Sil­via Mira e allestita da Davide Alanno, spiccatamente teatrale e scenografica, concepita allo scopo di dimostrare che il Futurismo è l'unica avanguardia di primo '900 a non aver ancora esaurito il proprio compito compito storico. Anzi, la sua eredità persiste nel presente e, chissà. anche nel domani, se è vero che design, moda, arti applicate non fanno mistero di prendere spunto e di citare la lezione marinettiana Per un Carrà che nel rappre­sentare la metropoli si ispira al­la celebre rampa del Lingotto progettata da Matté Trucco, i motivi decorativi di Balla vengo­no ripresi insistentemente da una stilista contemporanea co­ me Laura Biagiotti, che ha dise­gnato alcuni abiti della sua collezione 1996 ispirati alla “Bal-Mo-­da»: un lino nero con applicazio­ni multicolori, un pannolenci de­corato dalla scritta “spazio + ve­locità”. Ancora Balla nella bor­setta Borbonese del 1986, mentre un posto di rilievo occupa la ceramica Mazzotti di Albisola, fer­vente laboratorio creativo che li­mitare alla definizione «arte decorativa» sarebbe sminuente. I primi oggetti di design mo­derno sono dunque futuristi, a co­minciare dai servizi da the e dalle bottiglie disegnate da Djulgheroff roff. Una storia cbe continua nel presente, con l’attivismo militante di Net.Futurismo attivo in rete dal 2005: un gruppo autore di interventi multimediali, linee di moda e oggetti. Ispirati a qualcosa accaduta cent’anni fa eppure più che mai attuale.

LA STAMPA 18/12/2009 LUCA BEATRICE. Si avvia alla fine l'anno del cen­tenario futurista e con lui le infinite celebrazioni che hanno tra­versato la penisola Tra grandi mostre e piccoli eventi ogni cit­tà ha dato lustro ai propri tesori marinettiani, anche se Torino è rimasta un po' al margine della festa (peccato, un'occasione pubblica di mostrare la vivacità del nostro Secondo Futurismo, da Filla a Djulgheroff passando per Rosso e l'architettura di Sartoris sarebbe stata saluta­ta con entusiasmo). A colmare il vuoto «ufficia­le» ci banno pensato gustose in­ziative come questa nuova «Fu­turismi Futuristi» in scena al Parco della Certosa di Collegno dal 18 dicembre al 2 febbraio 2010. Una mostra, curata da Sil­via Mira e allestita da Davide Alanno, spiccatamente teatrale e scenografica, concepita allo scopo di dimostrare che il Futurismo è l'unica avanguardia di primo '900 a non aver ancora esaurito il proprio compito compito storico. Anzi, la sua eredità persiste nel presente e, chissà. anche nel domani, se è vero che design, moda, arti applicate non fanno mistero di prendere spunto e di citare la lezione marinettiana Per un Carrà che nel rappre­sentare la metropoli si ispira al­la celebre rampa del Lingotto progettata da Matté Trucco, i motivi decorativi di Balla vengo­no ripresi insistentemente da una stilista contemporanea co­ me Laura Biagiotti, che ha dise­gnato alcuni abiti della sua collezione 1996 ispirati alla “Bal-Mo-­da»: un lino nero con applicazio­ni multicolori, un pannolenci de­corato dalla scritta “spazio + ve­locità”. Ancora Balla nella bor­setta Borbonese del 1986, mentre un posto di rilievo occupa la ceramica Mazzotti di Albisola, fer­vente laboratorio creativo che li­mitare alla definizione «arte decorativa» sarebbe sminuente. I primi oggetti di design mo­derno sono dunque futuristi, a co­minciare dai servizi da the e dalle bottiglie disegnate da Djulgheroff roff. Una storia cbe continua nel presente, con l’attivismo militante di Net.Futurismo attivo in rete dal 2005: un gruppo autore di interventi multimediali, linee di moda e oggetti. Ispirati a qualcosa accaduta cent’anni fa eppure più che mai attuale.

LA STAMPA LUCA BEATRICE LA STAMPA 18/12/2009 LUCA BEATRICE. Si avvia alla fine l'anno del cen­tenario futurista e con lui le infinite celebrazioni che hanno tra­versato la penisola Tra grandi mostre e piccoli eventi ogni cit­tà ha dato lustro ai propri tesori marinettiani, anche se Torino è rimasta un po' al margine della festa (peccato, un'occasione pubblica di mostrare la vivacità del nostro Secondo Futurismo, da Filla a Djulgheroff passando per Rosso e l'architettura di Sartoris sarebbe stata saluta­ta con entusiasmo). A colmare il vuoto «ufficia­le» ci banno pensato gustose in­ziative come questa nuova «Fu­turismi Futuristi» in scena al Parco della Certosa di Collegno dal 18 dicembre al 2 febbraio 2010. Una mostra, curata da Sil­via Mira e allestita da Davide Alanno, spiccatamente teatrale e scenografica, concepita allo scopo di dimostrare che il Futurismo è l'unica avanguardia di primo '900 a non aver ancora esaurito il proprio compito compito storico. Anzi, la sua eredità persiste nel presente e, chissà. anche nel domani, se è vero che design, moda, arti applicate non fanno mistero di prendere spunto e di citare la lezione marinettiana Per un Carrà che nel rappre­sentare la metropoli si ispira al­la celebre rampa del Lingotto progettata da Matté Trucco, i motivi decorativi di Balla vengo­no ripresi insistentemente da una stilista contemporanea co­ me Laura Biagiotti, che ha dise­gnato alcuni abiti della sua collezione 1996 ispirati alla “Bal-Mo-­da»: un lino nero con applicazio­ni multicolori, un pannolenci de­corato dalla scritta “spazio + ve­locità”. Ancora Balla nella bor­setta Borbonese del 1986, mentre un posto di rilievo occupa la ceramica Mazzotti di Albisola, fer­vente laboratorio creativo che li­mitare alla definizione «arte decorativa» sarebbe sminuente. I primi oggetti di design mo­derno sono dunque futuristi, a co­minciare dai servizi da the e dalle bottiglie disegnate da Djulgheroff roff. Una storia cbe continua nel presente, con l’attivismo militante di Net.Futurismo attivo in rete dal 2005: un gruppo autore di interventi multimediali, linee di moda e oggetti. Ispirati a qualcosa accaduta cent’anni fa eppure più che mai attuale.[/caption] Il Balletto Teatro di Torino (BTT), in occasione del centenario del Futurismo, presenta, dal 18 dicembre 2009 al 28 gennaio 2010 presso la Lavanderia a vapore di Collegno, Futurismi Futuristi, esposizione a cura di Silvia Mira, con la collaborazione di Davide Alaimo. Nella mostra, accanto ai manifesti futuristi (messi a disposizione da Francesca Barbi, nipote del fondatore del movimento), e alle installazioni multimediali degli artisti del Net.Futurismo, verranno esposte le ceramiche disegnate da Tullio Mazzotti (omaggio al centenario futurista, della manifattura “Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903 Albisola”), i mobili di Pagano per gli uffici di Riccardo Gualino, rivestiti in buxus, materiale prediletto da Depero e, da ultimo, i paraventi e le piante disegnate da Balla, tuttora riproposte dalla Ditta Simon. Una sezione dell’esposizione sarà dedicata interamente alla moda: in mostra alcuni abiti della collezione Balmoda di Laura Biagiotti, creati dalla stilista nel 1996 per l’importante mostra tenutasi al Museo Puskin di Mosca, la borsa “Balla”, ricostruzione fedele di Borbonese dai disegni dell’artista e alcune T-shirt, felpe e controcravatte del marchio Sivoga, ispirate al manifesto della controcravatta net.futurista. Il 18 dicembre, alle ore 19, il pubblico è invitato al Salotto Futurista, con Francesca Barbi, studiosa e nipote di Filippo Tommaso Marinetti, Alessandro Pontremoli, docente di storia della danza e del mito presso il Dams di Torino. Subito dopo, alle ore 21, sarà messo in scena Areoballa, spettacolo di danza, video e parola che, ripercorrendo i temi principali del manifesto futurista, ripropone i momenti più rappresentativi della “ricostruzione futurista dell’universo” Silvia Mira.
MiraDiSangiacinto © 2019 mail to: silvia@silviamira.com | MINIMAL
  • HOME
  • ME
  • MOSTRE
    • IN SCENA! Luci e colori nei costumi di Caramba
    • FILI D’ORO
    • LA GIORNATA DI UNA SIGNORA
    • FUTURISMI FUTURISTI
    • CORPORA
    • ALICIA
    • EI FU: la mostra.
    • EXTRAVOLTI
    • GIACOMO GROSSO: Una stagione tra pittura e Accademia
  • PUBBLICAZIONI
    • “In scena!” Luci e colori nei costumi di Caramba. Ediz. illustrata
    • CHI SI VESTE ALLA FRANZESE
    • SAMIA. Un abito per tutte le donne.
    • DALLA TESTA AI PIEDI
    • “LA GIORNATA di una signora”
    • COLLI: interni altoborghesi
    • LA MODA ai tempi di Giacomo Grosso
  • COSTUME DESIGN
    • AEROBALLA – Costume Design
    • IL MARCHESE DEL LUPO – Costume Design
    • COSTADORO adv- Costume Design
    • La fille du régiment – Costume
  • BOOKSHOP
  • MIRA FEED IG